Oggi sono sul nostalgico e ho voglia di ricordare un bellissimo viaggio fatto insieme a mio marito con una coppia di amici. Il problema del Kurdistan è sempre esistito, ma nel 92 i nostri giornali avevano amplificato la cosa parlando di attentati alle moschee, di rapimenti di turisti. Nonostante tutto decidiamo di partire, in quattro zaino in spalla e tanti sogni e aspettative. Parto per quel che mi riguarda con gli anatemi dei miei genitori," siete dei pazzi tu e quell'altro" ( mio marito) e i rimproveri minacciosi di mio fratello, " se le succede qualcosa Gianfra e meglio che non torni".
Partiamo ci accompagna all'aeroporto il papà di Gaia simpaticissimo, che scherzando ci disse " ragazzi se vi dovessero rapire dite che siete per la causa Kurda e sarete salvi". Arriviamo ad Ankara e dormiamo in un albergo scelto a caso (fico), visitiamo Ankara ma non ne ho un bel ricordo, il giorno dopo partiamo per Instabul città meravigliosa, affascinante veramente punto d'incontro tra oriente ed occidente, abbiamo visitato la mosche blu ed il Topkapi. Gli episodi da raccontare sarebbero tanti, quello che abbiamo visto in Cappadocia o a Pamukkale, o sulla costa , ma non è di questo che voglio parlare. Voglio pensare al profumo della Turchia tra l'acre ed il dolciastro, all'accoglienza della gente, la gentilezza la disponibilità. Ai viaggi fatti con i mezzi del posto, dei comodi Pullman, dove ti davano delle salviette al profumo di agrumi con cui rinfrancarti, e le soste fatte durante il tragitto in piccole trattorie dove si mangiava benissimo, guardate siamo noi il terzo mondo. Ai carrettini che vendevano pita kebab, o i felafel . Il te preso in bicchierini come da noi il caffè... La Turchia sembrava un paese in gran cambiamento, pieno di entusiasmo, avevamo ragione, un Giano Bifronte una faccia rivolta verso la modernità e l'altra verso la tradizione ed il passato.
sabato 12 aprile 2014
giovedì 10 aprile 2014
lezione di Nello
Ho raggiunto lo stato d'illuminazione, mi si è aperto fino al settimo chakra. Giornata lavorativa faticosetta, quarta mattina di seguito mi sono alzata già vinta dalla stancchezza, con quella sensazione di malessere generale che i bambini esternano piangendo. Non avrei mai creduto di fare un'intera lezione aerobica. Dopo una corsetta di riscaldamento con ripetute in salita, è iniziato il ballo forsennato, mi sono lasciata andare, che soddisfazione ho sbagliato pochissimo. Non sono molto coordinata ma quando prendo il via non mi fermo più e mi"ingarello" di solito cado in confusione quando mi cambia la coreografia, ma stavolta ho sbagliato pochissimo mi sento.....rigenerata. p.s. piccolo problema riuscirò a dormire con l'adrenalina a mille?..
mercoledì 9 aprile 2014
Il momento del non ritorno
Ci prepariamo per andare al gemelli alla camera mortuaria,
lo voglio vedere succeda quel succeda, ce la posso fare, si mi ripeto ce la
posso fare. Lo vedo ma non è lui, il viso è un po’ schiacciato no, non è lui, le mani sono le sue, i piedi
sono i suoi , il sorriso il suo sorriso….. Mia madre è semisvenuta non riesco a
darle conforto Sergio e Fausto la stringono a loro io sono là,l ‘abbraccio ma
lei cerca sicurezza in Sergio.
E’ tutto così straziante c’è tanta gente amici,parenti colleghi,Paola è distrutta non riesce a
vederlo..meglio.Una parte di noi è ormai morta e niente potrà riportarla in vita. Il corteo funebre parte e
ci dirigiamo verso trastevere, la chiesa è S.Maria in trastevere. Arriviamo la
piazza è piena, le serrande dei negozi sono abbassate, io scendo con mamma
riesco a fatica ad entrare in chiesa tutti la vogliono salutare . Lascio mamma
seduta,con Fausto e mia zia…,io sono vicina a mio fratello manca mio padre,lo
cerco con lo sguardo non lo trovo,finalmente arriva giro lo sguardo la chiesa è straripante ho il
nodo alla gola, gli volevano tutti bene era impossibile non volergliene. Era
buono,generoso,comunicativo conosceva milioni di persone e questa ne è la
prova. Gente di tutti i tipi ed età,commossi e silenziosi ascoltano la predica di
don Matteo non vola una mosca. Ci sono tre preti e un vescovo a celebrare la
messa, nemmeno fosse un vip. E’ stato
grande anche da morto, non amava passare inosservato, un suo amico alla fine
della messa ha fatto mettere una canzone che sembra amasse molto, Passione di
Neffa.Radio radio si è collegata alla fine del funerale per un ultimo saluto…..
incredibile.
il lutto
la cosa più brutta
quando viene a mancare una persona è la consapevolezza di non vederla più, la
paura di dimenticare il suono della sua voce,
di perdere la vivezza del suo ricordo, i tratti del viso, il rumore del
suo sorriso. Si prende coscienza della
mancanza lentamente, prima si è increduli non sembra vero, è impossibile, poi
l’incredulità lascia spazio al dolore, che ti piove addosse nei momenti
inaspettati, mentre ma gari fai la doccia, o parli al telefono o stai
camminando ed il pensiero inetevitabilmente va a quel giorno.
Fratello mio adorato,amato e coccolato, mi manca il suono
della tua voce,la dolcezza del tuo sguardo, il calore del tuo abbraccio che mi
ha accolto senza giudicare nel momento in cui mi sono sentita persa, smarrita.
Spero con tutto il mio cuore di poter trasmettere alle tue piccole, con vivezza
il tuo ricordo, perché una cosa deve essere certa che un padre ce l’hanno e sei
tu, sarai il loro angelo custode questo deve essere loro chiaro fin da adesso.
domenica 6 aprile 2014
Sensazioni e pensieri
Alzarsi subito dopo l'alba mi costa enorme fatica, ma è un piacere vivere la città sonnecchiante al suo risveglio.Sorseggio il caffè' e lentamente mi preparo per uscire.Scendo e prendo un altro caffe' al bar sotto casa,osservo la gente che mi circonda assonnata, Antonietta del bar, Paola del supermercato, i ragazzi dell'AMA , quelli che portano i cornetti. Abbiamo tutti delle facce stravolte ma sorridenti. Così mi avvio verso il lavoro, e' ancora buio , saluto l'edicolante e attraverso trastevere , prendo per Via delle Fratte, via della lungaretta, fino ad arrivare sul ponte dell'isola tiberina , lo scorcio che mi si apre mi lascia sempre incantata.Incontro i barboni che dormono, poveracci chissà che è successo alle loro vite per ridursi così. Una nota di colore e' data dai runner ed io li guardo, innamorata della loro follia, perché correre alle 6,20 con qualsiasi condizione meteo e' un po' folle, soprattutto perche' poi debbono affrontare la loro giornata lavorativa.Infine giungo a destinazione in uno dei posti più belli di Roma via della Consolazione....sovrastata dal campidoglio e come cornice le rovine storiche dei fori, mi sento una privilegiata. Sono appagata, non m'importa dei rompimenti lavorativi che dovrò affrontare.
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