martedì 5 novembre 2013

la malattia

Oggi sono andata ad uno dei controlli (tutto bene) mentre aspettavo per la visita, con la mente sono andata indietro nel tempo e mi sono rivista nel momento in cui il consulto dei medici mi consigliava il percorso terapeutico d'affrontare:"Guardi signora nel suo caso è consigliabile la chemio quella forte almeno  sei sedute, poi ventotto cicli di radio,  per cinque anni dovrà fare la cura ormonale e se la chemio non l'avesse fatto, la mandiamo in menopausa chimica. Sa lei non è in pericolo di vita , noi l'abbiamo guarita, ma se è scappata una cellula non sappiamo la prossima volta dove va a parare quindi è una precauzione in più" Ero sconvolta la mia prima domanda è stata "Non vorrei sembrarvi superficiale ma i capelli cadono?" impietosamente la risposta fù " si signora è l'unica cosa certa, ma è una minima cosa rispetto ai danni che le può causare". Insomma è come uccidere una mosca con una bomba atomica. Tornai a casa fui forte davanti ai miei, poi da sola inizia a piangere a dirotto non c'era una cosa che era andata per il verso giusto. Come avrei reagito psicologicamente a vedermi un "cesso"?  come avrebbe reagito il mio fisico non lo sapevo. La mattina successiva parlai con il mio amico trainer, non so come fa ma sa sempre dirmi la parola giusta, inconsapevolmente e naturalmente, mi disse che lo sport  aiuta a eliminare le tossine, poi con i capelli avrei potuto ovviare con una parrucchetta. Mi parlò che altre persone della palestra avevano continuato a far sport nonostante la terapia. Subito dopo andai a correre, feci le scale di Via Ugo Bassi velocemente mi mancava l'aria, un singhiozzo sordo voleva uscire dalla gola, mi nascosi dietro un cespuglio e piansi e il nodo che mi impediva di respirare si sciolse. Non è facile prenderla bene, ma il pianto aiuta a tirar fuori la tensione. Quindi non bisogna vergognarsi di tirar fuori le proprie emozioni perché ci aiuta a stare meglio. Non è stato un percorso facile ma non mi sono nascosta, l'ho affrontato. Ho iniziato a dire a tutti ma proprio a tutti cosa dovevo fare, l'idea era il male non lo voglio vivere di nascosto perché è già di per sé un fardello pesante, non volevo aggiungere altro. Tutti sapevano, i vicini di casa, il lattaio, il farmacista, tutti perché nel momento in cui sarei stata provata non mi avrebbero fatto domande del tipo che ti succede? ormai sapevano. Cosa voglio dire con questo? Voglio solo dire alle altre persone che potrebbero trovarsi in situazioni analoghe il male nessuno se lo compra quindi vivetelo alla luce del giorno starete sicuramente meglio. Non vi abbattete, nei limiti del possibile, perché molto dipende da come reagirete. Se ci riuscite fate sport fino a sfinirvi. Ci sono cose che non si possono cambiare potete cambiare il vostro atteggiamento nei confronti di queste. Poi razionalizzate tipo meglio al seno che da un'altra parte, meno male è circoscritto, meno male vado incontro all'inverno uso i cappelli....e via dicendo.