domenica 18 ottobre 2015

L'Ecomaratona del Chianti il mio primo trail

Frammenti di Trail EcoMaratona del Chianti: "Andai nei boschi per vivere in saggezza, per vivere in profondità e succhiare così il midollo della vita, per non scoprire in punto di morte di non essere vissuta" Non ci crederete ma questo è stato il mantra che ripetevo mentre percorrevo il mio primo trail, un'esperienza mistica, anche piena di smadonnammenti. Inizio per gradi l'atmosfera iniziale era festosa ma rilassata, perchè in un trail il tempo non è poi così importante. La partenza in mezzo ai tralicci di viti e le colline sinuose e morbide,che ricordano i paesaggi descritti da Bertolucci mi hanno fatto sentire felice di essere lì. Ho iniziato insieme al gruppo colorato di amici ma come al solito arrivo sempre sola, rimango con i gruppi sparuti delle retrovie, quelli più lenti. Il primo tratto era abbastanza fattibile, si correva in mezzo ai prati, ai brecciolini, al terreno morbido, ho fatto qualche foto (ho perso pure gli occhiali), avrò ritardato qualche minuto ma chissene ne valeva la pena. Perchè la foto è la sintesi di un momento di vita, di un ricordo. Non riuscivo a spezzare il fiato perchè non respiravo bene, ma quando sentivo che le gambe andavano e potevo farcela ho corso per il piacere di farlo anche in salita. Ho cercato di correre il più possibile, tanto che arrivata al ristoro del settimo km un signore anziano con i baffetti, vedendomi affannata mi ha detto "ehi piccola calma, che ti cambia se arrivi pure ultima, guarda che giornata, assapora il paesaggio, mangia e bevi qualcosa". E' stato un incontro veramente tenero, da quel momento ho iniziato a correre sostenuta, e andavo. Quando verso il decimo km abbiamo dovuto affrontare la parte più difficile. Abbiamo corso nel fango, questo anche in salite molto ripide dove tutti ma proprio tutti hanno camminato, poi abbiamo varcato anche un piccolo ruscello. All'ultimo km il terreno è tornato normale ed ho ripreso a correre , quando ho visto il traguardo ho fatto l'allungo, ma con fatica credetemi un enorme fatica. Ho tagliato il traguardo con lo speaker che gridava il mio nome è arrivata Fulvia Grazioli in 1 ora e 45. Non so che è successo ho iniziato a piangere a dirotto, senza un perchè, un singhiozzo sordo mi è esploso dentro. Ho pianto così di cuore che Gianfranco si è preoccupato, una cosa del genere mi era successa solo con la Maratona di Roma, il paesaggio mi aveva emozionato? ho pianto perchè avevo faticato tanto? ho pianto perchè il blues è uscito fuori? non lo so è stato un pianto liberatorio, che mi ha reso più leggera. Ringrazio le Sorelle Ramosino che hanno organizzato tutto, è stata una splendida esperienza. Siete grandi ma non come si usa dire su "feisbuc" veramente.