La forza delle donne: La mia famiglia è ben rappresentata dalle mie nonne, forti operose, donne lavoratrici ,madri e mogli, forti nel rispetto dei ruoli che ai tempi ,la società concedeva loro. La nonna materna si chiamava Emilia, piccola di statura, magra ben fatta, con degli occhi neri profondi, espressivi, penetranti. Una donna proveniente da una famiglia, semplice di origini ciociare da parte paterna, che per motivi di gioco cadde in disgrazia. Il padre si giocò a carte il bar di famiglia, così la sua famiglia da benestante cadde in miseria. Sposata con un bellissimo uomo che purtroppo aveva il vizio del bere, come tante uomini di quel periodo. Ritornato dalla guerra probabilmente non era più lo stesso, forse l'osteria era l'unico momento di svago, non so se ci possano essere delle ragioni quando si cade in certi vortici, ma una cosa è certa, sono le persone più buone, quelle più generose, quelle meno furbe che si perdono, io credo in questo. Per cui questa piccola donna che lavorava in un bancolotto come responsabile, crebbe i suoi tre figli da sola. Era una persona di un rigore morale, di una schiettezza quando doveva dire una cosa, non aveva certo remore, la diceva nel modo più diretto senza mezzi termini. Non era diplomatica e la vita la vedeva in modo preciso senza sfuamature o era bianco o era nero, non c'erano alternative. Si ammalò abbastanza giovane di artrite reumatoide, una malattia autoimmune che distrugge le articolazioni ed impedisce di muoversi in maniera normale, è sicuramente invalidante. Senza contare i dolori ed i farmaci, pesanti tipo il voltaren che doveva assumere solo per poter camminare. Nonostante tutte queste difficoltà, era una persona molto elegante, e teneva all'opinione altrui. Quindi anche se camminare era doloroso e faticoso, quando lo faceva davanti agli altri non si piegava e camminava nella maniera più diritta possibile. Era orgogliosa e anche quando aveva bisogno non chiedeva mai, morì a settandue anni mentre facevo la maturità, non era poi così vecchia a pensarci ora.
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