domenica 13 aprile 2014

Il mio Appia run

Ero un po' preoccupata perché non avevo mai corso per 13 chilometri, inoltre sia gli amici che il maestro mi avevano detto che il percorso era impegnativo, bello ma faticosetto, non posso che dar loro ragione. La gara è alle 9,30 io mi sveglio 7,45, preparo il caffè e faccio colazione, sveglio mio marito, mi dispiace non coinvolgerlo, anche se la corsa è una cosa mia e dovrei ormai saperlo , con lui faccio sempre tardi. Non troviamo le chiavi della moto sono le 9,20 facciamo una corsa al garage prendiamo l'auto, alle 9,25 ,  mi lascia all'imbocco via delle Terme di Caracalla,  sono in ritardissimo  assolutamente devo raggiungere la partenza in tempo. Non voglio che partano  senza di me.....corro, corro, alle  9,28 raggiungo la meta , sono un po' in affanno, meno male partiamo lentamente, siamo 3000 circa. Cerco il ritmo ma non riesco a trovare il momento magico dove si spezza il fiato, dove correresti senza mai fermarti. Mi sento stanca per cui doso le mie energie devo fare tutti e 13 chilometri assolutamente, mi volto ogni tanto dietro e penso dai non sono proprio l'ultima, vado ad un ritmo un po' lento. Il percorso è bellissimo da via delle terme prendiamo l'appia antica, si attraversa il Parco della Caffarella, costeggiamo la Tomba di Cecilia Metella, il circo di Massenzio  corriamo sul basolato lavico dell' Appia Antica carico di storia, per poi tagliare il traguardo all'interno dello stadio delle Terme di Caracalla. L'itinerario è incantevole, ma pieno d'insidie, salite discese, corri su sampietrini, sulla pavimentazione romana non regolare, sullo sterrato.  Gli ultimi due chilometri faccio la fanatica ed entro nello stadio facendo un rush finale e  accelero. In reltà  non è stata una passeggiata ho un po' sofferto, sono dispiaciuta, ma non per il tempo che ci ho messo, ma perché so di aver  corso male, non riuscivo ad avere il ritmo giusto, il momento magico in cui voli ,solo in alcuni tratti ho avuto questa sensazione. Cito una frase del mio amico Francesco Sammarco la corsa non è tempo ma è godere del tempo, una frase che condivido in pieno, infatti la  delusione deriva dalla consapevolezza di non aver corso nel modo in cui lo intendo io . L'unica cosa buona è che mi sono saputa dosare al
traguardo ero stanca, ma non morta, ho terminato con la ginnastica e stretching sul campetto dello stadio. Andrà meglio la prossima volta!

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