Frammenti di vita: FAP! Nella mia villa io mi perdo, e galleggio nel vuoto in un comodo spazio vuoto. All'inizio non riuscivo a correre tre chilometri, ed il maestro non se ne capacitava, perché muscolarmente c'ero e ci sono sempre stata. Poi ho dovuto affrontare il periodo sabbatico arrivato come un fulmine in un cielo per nulla sereno. Correvo bardata e coperta, ma non riuscivo in una corsa ininterrotta, dovevo riprendere fiato. Ora corro i miei dieci km non in maniera perfetta ma li corro, d'altra parte non credo e non desidero la perfezione. Nei momenti di caduta, la villa con il suo verde, il laghetto, la gente colorata, i runner pazzi e ansimanti, i volti amici mi ha dato pace quella pace di cui tutti abbiamo bisogno.
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