Sono entrata in sala operativa Lupa a ventisei anni, dopo un po' di esperienza al I gruppo Montecatini, la prima impressione era quella di una redazione giornalistica, telefoni che squillavano a ripetizione, comunicazioni radio con mille interferenze, ma tanta buona volontà da parte di tutti nonostante i mezzi limitati a disposizione. L'ambiente era molto maschile e perché no maschilista, però ho avuto il privilegio di lavorare con persone preparate, disponibili a condividere le loro conoscenze e tanto, ma tanto spiritose, e per me non finirò mai di dirlo lo spirito è indice di intelligenza, ed è quello che tiene unito il gruppo, il team lavorativo, perché deve essere un lavoro di squadra. Quindi si lavorava con grande difficoltà, ma con spirito di corpo, di amicizia di "colleganza". Da queste persone eccezionali , ho imparato molto, a districarmi nelle situazioni più difficili. La pattuglia soprattutto di notte, ma succedeva anche di giorno aveva bisogno di supporto, la LUPA era un punto di riferimento, non finirò mai di dirlo chi sta per strada ha il compito più difficile e pericoloso, allora,figuriamoci ora. Ne abbiamo passate tante insieme, con turni massacranti, festività lavorate, ma è un periodo che ricordo con immenso piacere, anche perché ero giovane. Gli episodi da raccontare sarebbero tanti e forse un giorno lo farò, un grazie a tutti i colleghi che ora sono in pensione ma sono stati dei punti di riferimento ( non c'è bisogno di fare l'appello tanto è diretto a tutti, i miei capi e colleghi siete stati grandi). Non avrei mai creduto di diventare "Vigile Urbano" passatemi questo termine improprio, ma chiaro, ma tutto ciò che faccio cerco di farlo bene e con passione.
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