domenica 4 luglio 2010

Elisa 2

La sua professione di psicologa l'aveva abituata ad ascoltare i problemi di tutti ,come una spettatrice senza interferire cercando di aiutare le persone che erano alla ricerca di un equilibrio...era veramente difficile non rimanere travolta da tutti quei problemi, soprattutto quando i pazienti erano degli adolescenti portati, a forza dai loro genitori perchè incapaci di comunicarci. La vita è sempre alla fine un problema di comunicazione, di interagire con l'altro...Un giorno nel suo studio disse basta ... aveva bisogno di una pausa per ricaricare le pile.Decise di partire senza discutere con nessuno presentando la situazione alla sua famiglia come una decisione presa e non in discussione ,per ritrovare le forze,per vedere se se la sarebbero cavata....non era una fuga. Era solo una pausa.

1 commento:

  1. La ricerca del significato della vita è una necessità che ci deriva dalla astrazione rispetto alle cose.
    Quando non dobbiamo contare sulle nostre capacità. o meglio su quelle del gruppo a cui apparteniamo, per il nosro sostntamento, la nostra attenzione si sposta ad un livello superiore, e cerchiamo di dare un senso assoluto alla esistenza.
    Tutto questo paragonandoci continuamente con gli altri, specchio di noi stessi, cercando il consenso, il più dele volte, oppure il conflitto.
    Spesso ci autogiudichiamo con severità, perché ci sentiamo deboli e inadeguati alle circostanze. Non viviamo con la dovuta leggerezza. Non ci ricordiamo di applicare quella autoironia che è alla base di qualunque ragione e di qualunque soluzione. Ma anche tenendo conto del fatto che non sempre una soluzione c'è. né è importante che ci sia.

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